Oltre ad anoressia e bulimia, disturbi del comportamento alimentare già noti da tempo, altri comportamenti alimentari si stanno diffondendo creando molta preoccupazione: vigoressia, ortoressia e drunkoressia. Questi comportamenti si differenziano da anoressia e bulimia per le modalità con cui ci si rapporta al cibo, proviamo a fare chiarezza.
La vigoressia (o sindorme di Adone) è un disturbo che può essere definito come un’anoressia inversa, in quanto i sintomi sono opposti a quelli dell’anoressia nervosa: la paziente anoressica si vede sempre grassa pur essendo magrissima, mentre il vigoressico (in prevalenza di sesso maschile) si vede sempre magro e non abbastanza muscoloso, anche quando ha raggiunto un fisico molto atletico (Ferrari e Ruberto, 2012). Questa patologia consiste in un’ossessione per la prestanza fisica e nella paura di essere troppo magro e di non avere la muscolatura sufficientemente sviluppata. Colpisce solitamente uomini tra i 18 e i 35 anni ed è caratterizzata dal sottoporsi per ore ed ore ad esercizi fisici di potenziamento muscolare, una continua valutazione davanti allo specchio per monitorare la massa muscolare e l’utilizzo di diete iperproteiche, integratori o farmaci anabolizzanti. La caratteristica principale di questo disturbo è una forte insoddisfazione e preoccupazione nei confronti del proprio fisico, che è visto come asciutto e poco muscoloso e quindi bisognoso di continuo esercizio. Il doversi continuamente esercitare può diventare una vera e propria mania e trasformarsi, di conseguenza, in una dipendenza, la quale comporta un cambiamento radicale nelle abitudini quotidiane.
Il termine drunkoressia è stato coniato nel 2008 dai giornalisti del New York Times, per descrivere un nuovo pericoloso comportamento alimentare emergente tra gli adolescenti. Consiste in un digiuno prolungato durante il giorno per poter arrivare ad assumere ingenti quantità di alcolici all’ora dell’aperitivo. La volontà di dimagrire non è fine a se stessa, ma è strumentale all’assunzione di alcol, durante il giorno si “risparmiano” calorie che possono poi essere spese in alcolici e superalcolici la sera. Ciò che attrae gli adolescenti e i giovani adulti è la tendenza a continuare a consumare grandi quantità di alcol, pur mantenendo, o forse diminuendo, il peso corporeo. Anche se non esiste una definizione sistematica e non è un disturbo riconosciuto dalla medicina ufficiale, la drunkoressia è comunemente caratterizzata dai seguenti comportamenti: a) saltare i pasti, al fine di “evitare” le calorie o compensare l’aumentato apporto calorico dal consumo di bevande alcoliche, b) eccessivo esercizio fisico al fine di compensare le calorie consumate dal bere, e / o c) bere quantità eccessive di alcol al fine di avere la nausea e vomitare (Chambers 2008).
L’ortoressia, descritta per la prima volta da Bratman nel 1997, deriva dal greco Orthos (giusto) e Orexis (appetito) e indica l’ossessione psicologica per il mangiare sano. L’ortoressia consiste in un’attenzione eccessiva ed ossessiva per il tipo di cibo e/o bevanda da introdurre. Comportamenti tipici presenti nel disturbo sono: lo spendere più di tre ore al giorno a pensare al cibo, selezionandolo più per i benefici sulla salute che per il gusto, il sentirsi in colpa qualora non si segua la dieta abituale, il sentirsi padroni di se stessi solo se si mangia nel modo ritenuto corretto. Le ricadute sono anche sociali: per acquistare, controllare e cucinare cibi sani in modo sano si arriva a rinunciare, per mancanza di tempo e difficoltà ad adattarsi, al lavoro e alle relazioni sociali. Chi soffre di ortoressia è infatti controllato da un vero e proprio fanatismo alimentare, un complesso di superiorità basato sul cibo che lo porta a disprezzare chi non mangia sano, fino a trovarlo poco intelligente, e poco degno di essere frequentato. A complicare il quadro si aggiunge spesso l’evitamento attivo di un confronto con i veri esperti, al punto da denigrare teorie di medici e studiosi del campo, alla luce delle proprie personali teorie. Oltre che sul benessere emotivo e sociale, le conseguenze dell’ortoressia si fanno evidenti sul benessere del corpo: squilibri elettrolitici, avitaminosi, osteoporosi, atrofie muscolari, tutti problemi che possono richiedere talvolta interventi di ospedalizzazione o configurarsi come condizioni irreversibili.